lunedì 25 febbraio 2013

Wishlist make up Feb 2013

Oggi un post veloce veloce, come da titolo la mia attuale wishlist.
Poca roba perché si tratta di una versione modesta ed oculata, ovvero tutti prodotti facilmente reperibili e che, seppure non esattamente economici, non hanno un prezzo del tutto proibitivo.
Inoltre ho escluso alcune cose che sono sicura di comprare al 100% nel futuro prossimo ed imminente, altrimenti sarebbe stata una shopping list.

Il primer POREfessional voglio provarlo già da un bel po' e ne ho sempre sentito parlare benissimo. Ma appartiene ad una categoria di prodotti che non uso spessissimo e questo mi frena un po' dato che costicchia e non ho soldi da sprecare (diciamo pure che non ho soldi e basta va). la momento uso un primer molto economico con cui mi sto trovando bene e di cui faccio, per ovvie ragioni, un uso molto limitato. Ma ci sto pendendo gusto, quindi quando lo ho avrò finito, se i miei risparmi me lo permetteranno voglio prendere il POREfessional di Benefit!

Per l'illuminante Candlelight il discorso è più o meno lo stesso che ho fatto per il prodotto precedente. Mi serve un illuminante, ma questo qui sarebbe solo uno sfizio e lo so benissimo, più che altro lo sa bene la mia coscienza o quel che ne rimane. Infatti quando vivevo a Londra me lo swatchavo tipo tutti i giorni, mi piace tanto, è bellissimo, ma non è un prodotto da tutti i giorni, o comunque io non lo userei quotidianamente. Lo metterei probabilmente solo per uscire la sera. Lo bramo, ma dato che non è che me lo regalano, non so se ne vale la pena.

Che dire della Naked Basics? Ombretti di colori che adoro e nel mio finish preferito. Ma proprio per questo potrei già avere degli ombretti molto simili. Devo fare un controllino tra i miei averi e capire se mi converrebbe davvero prenderla. Il prezzo è invitante e depone decisamente a suo favore!




wishlist make up Feb 2013


Too faced cosmetic
sephora.com


Benefit face makeup
sephora.com


Urban decay
sephora.com

martedì 19 febbraio 2013

NYX Cosmetics Blogger Kit

Ciao bambole!
Purtroppo malefici impegni mi hanno tenuto lontana da qui, ma ora sono tornata e voglio parlarvi del kit che mi ha inviato NYX.
Sì, lo so, avrete già letto centinaia di post come questo, ma il mio sarà diverso in quanto sarà arricchito da un corredo di immagini mosse, insensate e con una pessima illuminazione, che con la vostra complicità spaccerò artistiche. Assecondatemi come si fa con i folli.

NYX Cosmetics è un brand che a breve sarà disponibile anche in Italia, nel frattempo l'azienda, attraverso uno staff gentilissimo e super efficiente, sta dando a molte di noi la fantastica opportunità di testare alcuni prodotti in anteprima. Ma io sono una personcina curiosa e impaziente, quindi tempo fa avevo già acquistato alcuni ombretti NYX online, di cui avrete letto la recensione (potete trovarla qui in caso contrario), se siete già capitate in questo luogo di perdizione e stupidaggini.
Quello che è molto più probabile, è che abbiate letto o sentito parlare dei cosmetici NYX da gente che fa molto più testo di me, sono moltissime infatti le ragazze appassionate di make up, più o meno popolari nel web, che vanno matte per i prodotti di questo marchio, che secondo me offre un'ottimo rapporto qualità prezzo.
Per saperne di più vi consiglio di visitare la loro pagina ufficiale su Facebook... e se vi va continuate a leggere le mie chiacchiere!

In sostanza questo è un post haul (parola che ormai dovrò iniziare ad usare di cui però ignoro il significato) in cui vi mostro i prodotti che mi sono stati gentilmente inviati da NYX. Come vedrete dalle foto, ammesso che ci si capisca qualcosa, alcuni dei prodotti li sto già usando, perciò aspettatevi delle reviews al più presto. Magari così suona come una minaccia, ma credo abbiate capito. Per il momento questo è solo un assagino.
Iniziamo con una carrellata iniziale e preparatevi perché alcune di queste foto potreste vederle esposte in qualche galleria famosa un giorno non lontano. Quella dell'asilo, o di un centro di igiene mentale. Cosa avevate capito.








giovedì 14 febbraio 2013

Premi


che non mi merito!

Tempo fa la carinissima Axelle del blog Civetterie e Frivolezze ha assegnato il primo premio di sempre
al mio blog, il Liebster Award, un premio che va alle blogger che non hanno ancora superato i 200 followers, cosa che per me è stata davvero di grande incoraggiamento!
Avrei dovuto fare un post per ringraziarla ed assegnare a mia volta il premio ad altre cinque di voi molto, ma moltissimo tempo fa. Vari impegni però me lo hanno impedito per un po' e quando finalmente c'è stato il tempo necessario ho rimandato, perché in quel periodo avevo vinto dei giveaway ed ho pensato di fare un post unico per il suo premio e per quello ricevuto.
Il tempo e le poste italiane però non sembrano voler collaborare, e io non voglio più aspettare, anche perché l'altro giorno Petra del blog Il mio mondo beauty ha assegnato al mio piccolo blog un secondo premio: The Versatile Blogger. E oggi mi ha assegnato questo stesso premio anche la dolcissima Maddalena del blog The Scent of Fashion. In questo caso le blogger da taggare sono ben 15 e devo scrivere sette cose su di me. Qui purtroppo sorge un piccolo problema perché molte di voi hanno superato da un pezzo la soglia dei 200 followers. Questo mi riempie di piacere e vi faccio le mie congratulazioni... ma mi rende impossibile taggare 5 + 15 = 20 blogger! Oltretutto dovrebbe essere 15 x 2... no davvero non ce la posso fare mi gira la testa @_@
Non posso davvero attenermi alle regole purtroppo, sono già impazzita per trovarne circa 5 per premio. Mi dispiace, ma sono tre giorni che sto su questo post e non riesco ad uscirne :(



Ringrazio di cuore Petra e a mia volta voglio assegnare questo premio a:

The Beauty Hunters di Paola & Paola
Make up Fabina's Mind il blog di Fabina
Glam & Fashion il blog di Ester
Civetterie e Frivolezze il blog di Axelle Miss Tinguette
PoisonKiss Make Up il blog di Noa
Cheap Cute and Fun che ha uno staff adorabile!

Ed ora le 7 cose su di me. 
  1. Sono del segno dello scorpione
  2. Sono laureata in Scienze della Comunicazione
  3. Il mio peggior difetto è senza dubbio la pigrizia, seguita a ruota dall'insicurezza
  4. Sono sempre a dieta o comunque sto attenta a quello che mangio
  5. Sono stata una fumatrice incallita ma ho smesso da un anno e mezzo
  6. Non bevo caffè, mi fa stare malissimo. In compenso bevo litri di thé
  7. Ho un piercing e un tatuaggio

Ed ecco ora il Liebster Award per cui ringrazio di cuore Axelle che va a:




The Scent Of Fashion il blog di Maddalena (tu sei a 205 ma facciamo uno strappetto alla regola anche qui ;))
Il Mio Mondo Beauty il blog di Petra
Beauty and Make up World il blog di Gigia
Cheap and Chic Make up with Fun
Deni Make Up


Se per sbaglio, nella confusione mentale che questo post mi ha creato, ho dimenticato qualcuna di voi che invece era papabile, vi scongiuro di perdonarmi, ma sto facendo un casino assurdo!
Vi chiedo perdono anche per questo post davvero indegno, ma vi giuro che io l'impegno ce l'ho messo.
Ma la cosa più importante è che voglio davvero ringraziarvi dal profondo del cuore TUTTE. Tutte voi che passate a trovarmi e che vi fermate non solo a leggere, ma anche a scambiare due parole; per le blogger più consumare potrà sembrare un gesto normale e magari anche un po' scontato, ma per me vuol dire davvero tanto, non trovo le parole per dirvi quanto è importante per me, quindi...

GRAZIE 

(e buon San Valentino a tutte :*)

lunedì 11 febbraio 2013

Django e i suoi fratelli

Non proprio la solita recensione.


Ogni qualvolta Quentin Tarantino annuncia un suo nuovo progetto io entro in uno stato di trepidante attesa. Quando ho saputo di Django Unchained però, mi sono trovata un po' spiazzata, perché nonostante io abbia sempre avuto un occhio di riguardo per il cinema di serie B, quello nostrano ovviamente incluso, lo Spaghetti Western non fa per me. I film di Sergio Leone sono dei capolavori e non ci piove, ma a C'era una volta il West io ho sempre preferito C'era una volta in America, tanto per capirci insomma.
E di Corbucci ho avuto modo di vedere più che altro le commedie che ho più o meno apprezzato a seconda del caso. Sapevo che costui fosse il "papà" di Django, ma non ho mai visto il film con Franco Nero, tantomeno ho prestato attenzione alla prole illegittima che quest'ultimo ha generato. All'epoca infatti il film Django deve essere stato un vero è proprio fenomeno e molti registi hanno cercato di cavalcare l'onda del successo ottenuto da questo personaggio portato sullo schermo per la prima volta da Sergio Corbucci, o meglio di approfittarsene. Spero venga apprezzata la mia onestà.

In occasione dell'uscita nelle sale del film di Tarantino avrei potuto rimediare e fare ammenda dei miei peccati, sorbendomi le numerose maratone tv che i palinsesti hanno dedicato in modo molto paraculo al nostro eroe, trasmettendo tutti i film che hanno il nome Django nel titolo, per poi tirarmela vantando chissà quale conoscenza pregressa degli antenati storici della nuova creatura di Tarantino. Ma non è il mio stile... anche se pare che sia quello di molti altri, buon per loro. O forse no.
I buon vecchio - e oramai anche panciuto - Quentin non ha mai fatto mistero del suo amore per i B movies, e per quelli Italiani in particolare, da cui spesso è stato ispirato o che ha voluto omaggiare e ricordare all'interno delle sue opere. Era praticamente inevitabile che prima o poi si cimentasse con lo Spaghetti Western. Eppure io non mi sentivo pronta, avevo paura che non sarei riuscita a farmelo piacere, e questo sottointende chiaramente l'aver dato quasi per scontato da parte mia che Django Unchained non sarebbe riuscito a conquistarmi in maniera spontanea ed immediata. Anche io ho i miei pregiudizi e purtroppo oltre a quelli ho anche parecchi limiti. Ma ne almeno ne sono ben cosciente .

Poi mi sono ricordata di un altro Django già in mio possesso e che volevo vedere in tempi ancora non sospetti, ovvero Sukiyaki Western Django di Miike Takashi, regista giapponese che adoro da sempre.
Quindi prima di cimentarmi nella visione di quello "unchained", mi sono dedicata al suo cugino un po' più grande e con gli occhi a mandorla, nella speranza che questo, entusiasmandomi come fanno sempre i film di Miike, mi rendesse più ben disposta nei confronti del film di Tarantino. E avevo ragione.
Sukiyaki Western Django è il personalissimo omaggio di Miike al genere dello Spaghetti Western, il sukiyaki del titolo è infatti un piatto tipico della cucina nipponica, che qui prende quindi il posto della nostra amatissima pastasciutta. Come suo solito il regista saccheggia e stravolge i canoni dei generi cinematografici per regalarci un film originalissimo e unico.


La storia è quella di un villaggio, dove si narra che sia nascosto un tesoro di natura ed entità sconosciuta, che viene sconvolto dall'arrivo di due bande di malviventi che vogliono scovarlo, nonché assumere il potere. L'arrivo di un pistolero formidabile e misterioso, disposto a mettersi al soldo del miglior offerente, inasprisce ulteriormente la rivalità tra i Rossi e i Bianchi, portando ad un'inaspettato finale che coinvolgerà i pochi abitanti che hanno resistito all'assedio e non solo.
Un piccolo ruolo nel film ce l'ha anche Quentin Tarantino stesso, che ha deciso di partecipare giocosamente al film che il suo collega, nonché amico, Takashi aveva deciso di dedicare al western all' italiana - più che a Django in sé per sé - di cui entrambi si sono evidentemente infatuati.



I saloon sono sostituiti da costruzioni con il tetto a pagoda, dove le stanze hanno i tatami e sono separate da porte di riso. Ci sono gli inseguimenti a cavallo e gli speroni, ma si uccide a colpi di katana oltre che di pistola. Il selvaggio oriente si tinge dei colori della tradizione del sol levante, per un risultato esuberante, dove trova ampio spazio anche la letteratura Shakesperiana con la sua guerra delle rosa (tratta da Riccardo III) da cui il film trae gran parte della sua simbologia metaforica. E qui il rosso e il bianco delle due fazioni in lotta daranno vita a numerose sfumature di malvagità, strizzando spesso un occhio al grottesco.
La figura del pistolero solitario, lo straniero che arriva al villaggio per fare da giustiziere, e che di solito ha il ruolo da protagonista nei western classici, qui è una figura un po' assente e qui serve più che altro a fare da innesco per tutta una serie di scoppiettanti personaggi che hanno più spessore e sono decisamente più rilevanti ai fini della storia.
Ogni qualvolta Miike si confronta con un genere diverso, non lo possiede prepotentemente, annientandone l'essenza, ma al contrario intreccia con esso una relazione di profondo amore e rispetto con cui lo esalta, senza però rinunciare al suo stile personale.

Come avrete capito Sukiyaki Western Django mi è garbato assai, così bella carica, anzi caricata a molla tipo jack-in-the-box perché l'immagine della pupazza/pagliaccia trovo mi si addica molto, mi sono concessa finalmente la visione del tanto chiacchierato Django Unchained di Tarantino.
Come ben saprete, non amo scrivere le trame, oltretutto trattandosi di un film recente e probabilmente ancora in sala, non voglio rischiare di ammollarvi qualche spoiler. Perciò vi beccherete la sinossi ufficiale da cartella stampa, anche se secondo me o è stata scritta da qualcuno sotto acido oppure (e questo è più probabile) è stata tradotta in italiano da un lupo mannaro mentre si stava facendo la ceretta. Non ci sono altre spiegazioni.


Ambientato nel Sud due anni prima della Guerra Civile, Django Unchained, con il Premio Oscar Jamie Foxx nel ruolo di Django, uno schiavo la cui brutale storia col suo ex padrone lo pone faccia a faccia con il cacciatore di taglie di origine tedesca Dr. King Schultz (il Premio Oscar Christoph Waltz).
Schultz è sulle tracce di alcuni assassini, i fratelli Brittle, e solo Django lo può aiutare in questa impresa per riscuotere la relativa taglia. Il non proprio ortodosso Schultz acquista Django con la promessa di liberarlo dopo la cattura dei fratelli, vivi o morti. A missione compiuta Schultz dovrebbe liberare Django, ma i due scelgono di non imboccare strade differenti: Schultz va alla ricerca del criminale più braccato del Sud con Django al suo fianco. Mentre affina le proprie abilità di cacciatore, il protagonista resta concentrato sul suo unico reale obiettivo: ritrovare e salvare Broomhilda (Kerry Washington), la moglie persa durante il commercio illegale degli schiavi tempo addietro.
Questa ricerca porta infine Django e Schultz sino a Calvin Candie (il candidato all'Oscar Leonardo DiCaprio), il proprietario di Candyland, un'ignobile piantagione in cui gli schiavi sono allenati da Ace Woody (Kurt Russell) che li fa combattere l'uno contro l'altro per sport. Infiltrandosi sotto falsa copertura, Django e Schultz destano i sospetti di Stephen (il candidato all'Oscar Samuel L. Jackson), schiavo e domestico fidato di Candie. Vengono scoperti e la perfida organizzazione si stringe come una morsa su di loro. Se Django e Schultz vorranno riuscire a scappare con Broomhilda, si troveranno costretti a scegliere tra l'indipendenza e la solidarietà, tra il sacrificio e la sopravvivenza ...




Io ho ovviamente optato per una versione in lingua originale. La sola idea di sentire DiCaprio doppiato con la voce da eterno Peter Pan che continuano ad affibbiargli in Italia mi faceva star male, ma a parte questo, la v.o. è sempre l'opzione che preferisco.
Come già era accaduto per il predecessore Inglorious Basterds, ci troviamo di fronte ad un film che ci racconta la liberazione degli oppressi, la loro rivolta contro gli oppressori, ma soprattutto la loro vendetta, in stile rigorosamente pulp e, perché no, anche un po' teatrale.
Si tratta di un film con la sua buona dose di violenza (c'era bisogno di dirlo?) che Tarantino ha plasmato  prendendo spunto non solo dal famigerato Spaghetti Western di Sergio Corbucci, ma anche da un altro film di genere, ovvero Mandingo, che parla di incontri di lotta mortali tra schiavi di colore.



A molti non è piaciuto, a me sì, e posso addirittura dire che ho particolarmente apprezzato uno degli aspetti del film che è stato più denigrato dai suoi detrattori, cioè la sceneggiatura.
Io l'ho trovata molto intelligente, perché riesce a sfruttare in modo ideale i vari clichè del genere che qui viene rivisitato, e lo fa a vantaggio di una storia che resta comunque originale e interessante.
Ma probabilmente, a dar fastidio, non è stata tanto la sceneggiatura in sé per sé, ma la durata del film, che è di due ore e quaranta minuti, a cui la sceneggiatura contribuisce con la dimostrazione di un certo compiacimento da parte del regista, che secondo ci può tranquillamente aspettare da un personaggio come Quentin Tarantino. Sicuramente qualcosa si poteva eliminare, ma a quel punto la salsa tarantiniana con cui tutti gli elementi, vecchi e nuovi, della storia sono tenuti insieme e che caratterizza tutta la pellicola attraverso soluzioni visive, scelte di fotografia e montaggio e quant'altro, sarebbe diventata più debole e di sicuro meno gustosa. Non ci scordiamo del resto che il diavolo sta nei dettagli.
Molto interessante anche lo score musicale del film, in cui è presente anche un pezzo scritto appositamente per Django Unchained da nientepopòdimenochè Ennio Morricone e cantato dalla bravissima Elisa. Una decisa nota di italianità insomma.
Ma la cosa che mi è piaciuta maggiormente è la caratterizzazione dei vari personaggi, sempre spinta al limite massimo per creare un effetto un po' grottesco, ma comunque perfettamente funzionale. Ovviamente da questo punto di vista il cast contribuisce in maniera imponente. E quando dico cast, in questa caso, intendo una sfilza di grandi attori, in primis Christoph Waltz - che io adoro - e a seguire il già citato Leo, Jamie Foxx e Samuel L. Jackson, che da bravo attore feticcio qui ha un ruolo inaspettato che è quasi una macchietta. Ma la lista sarebbe ovviamente molto più lunga, soprattutto grazie a degli spassosissimi cammei.
Secondo me alcune delle critiche mosse sono immeritate. Si tratta di un bel film, a volte non proprio agile e snello, ma abbastanza carico di tensione e azione, con piccoli sprazzi di un macabro retrogusto comico, che da vita ad un affresco singolare del senso di rivincita. La storia riesce a mantenere un suo tipo di dinamismo, anche se nella parte centrale della narrazione, più che procedere significativamente, ci si gongola un pochino.


photos via
google
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giovedì 7 febbraio 2013

Oscar Nomination in Bianco e Nero


Non mi riferisco al ritorno in auge del vecchio modo di far cinema senza colori, seppure il trionfo l'anno scorso del film in b/w The Artist ha dimostrato che il ritorno al passato è spesso un arma vincente.
Quello a cui mi riferisco sono infatti i vestiti sfoggiati da alcune bellissime dive in occasione del party durante il quale sono state annunciate le nomination per gli Oscar 2013 (la consegna degli Academy Awards si svolgerà il 24 febbraio).

Eccovi quindi alcune delle "proposte" che ho maggiormente apprezzato, ricordandovi che non sono in grado di scindere il vestito da chi lo indossa e quindi sono molto influenzata dalle attrici in questione. Ma chi se ne importa, tanto questo non è un fashion blog!



WHITE

Emma Stone

Sarà lei il volto femminile di quest'anno, infatti la splendida e simpaticissima attrice, di soli 24 anni, oltre ad aver annunciato le nomination, sarà la conduttrice della serata degli Oscar vera e propria.
Il suo vestitino, immacolato, se non fosse per un dettaglio a contrasto cioè la cinta scura che le cinge il vitino da vespa, è chiaramente ispirato allo stile in voga negli anni 40/50 ed è firmato Andrew GN, mentre le scarpe sono Louboutin.
Trovo che sia un abito che si addice perfettamente alla bellezza di Emma, fresca ma con un fascino vintage.


















Jennifer Lawrence

Qualcuno ha osato definirla troppo robusta. Io trovo che sia una bellissima ragazza con un corpo atletico e molto conturbante al tempo stesso. Ammiro il modo in cui, nonostante la giovane età, riesca far sfoggio delle sue splendide curve in modo ottimale senza mai risultare volgare.
Non amo particolarmente il modello che indossa, firmato Chloe, lo trovo forse un po' troppo "estivo" per l'occasione, ma proprio per questo si intona perfettamente alla sua sfavillante carnagione abbronzata. Quest'ultima viene evidenziata anche attraverso il make up del viso che mette in risalto i suoi meravigliosi occhi chiari con un trucco abbastanza forte e scuro, mentre le labbra contrastano con un rossetto rosa nude molto chiaro.

Best Actress (Silver Lining Playbook)



















BLACK

Anne Hathaway

L'avevamo vista in bianco ai Golden Globes ed eccola ora in total black, splendida come sempre. Da quando si è tagliata i capelli (per esigenze di copione del film I Miserabili) ed ha adottato il pixie cut mi piace molto di più e mi ricorda sempre un po' Audrey Hepburn, molto più di tante altre che ci si atteggiano palesemente.
Il suo delizioso abito, minimal ma elegante, è firmato The Row, mentre le scarpe sono di Giuseppe Zanotti.

Best Supporting Actress (Les Miserables)


















Naomi Watts

Sempre impeccabile, la bella bionda dagli occhi di ghiaccio per questa occasione indossa un pregiatissimo abito nero di Valentino. Anche lei ha ai piedi un paio di Louboutin, in questo caso di un colore nudo con profili a contrasto e inserti in vinile trasparente. Queste scarpe, purtroppo per me, annunciano una tendenza che sembra si farà prepotente nelle prossime stagioni, ovvero l'abbandono del tanto amato plateau a favore di scarpe appuntite.

Best Actress (The Impossible)




















Da notare che sia l'abito della Watts che quello di Emma Stone hanno le tasche, dettaglio che io personalmente trovo alquanto insolito.
Questo è solo un piccolo focus che ho voluto fare, lungi dall'essere una carrellata completa dei look sfoggiati dalle varie star.









domenica 3 febbraio 2013

Concorso Lush + Noi Siamo Infinito

Ciao funghette!
Oggi un post velocissimo. Purtroppo ultimamente latito un pochino, anche se avrei tanto da dirvi e quindi da scrivere, purtroppo mi manca il tempo.

Torniamo in topic hop hop! Vi ricordate il post che un po' di tempo fa ho dedicato al libro The Perks of Being a Wallflower e al film che ne è stato tratto?
Don't worry, se non sapete di cosa io stia parlando potete andare a spulciarvelo qui. Nel post in questione vi avevo accennato che il titolo per la distribuzione italiana sarebbe stato diverso, dato che quello originale è difficile da tradurre esattamente nella nostra lingua. Sia il film che la nuova edizione italiana del libro si intitoleranno quindi Noi Siamo Infinito.
La notizia vera e proprio è che il film uscirà nelle nostre sale il 14 febbraio e la Lush, che tutte amiamo e conosciamo, ha deciso di abbinarci un profumatissimo concorso!





Con questo concorso (già attivo in quanto valido dal 1 al 24 febbraio) potreste vincere un romantico kit composto dal libro e dall'olio da massaggio Cuore Matto. Per maggiori info basta cliccare sull'immagine che vi porterà direttamente alla pagina del sito Lush dedicata a questa dolcissima iniziativa!
Inutile dirvi che fossi in vi ci farei subito un pensierino, dato che come avrete capito, quello messo in palio, ovvero Noi Siamo Infinito, è uno dei miei libri preferiti e mi è particolarmente caro. E di questo vi ho già abbondantemente parlato nel post a cui accennavo prima (questo qui ;)). 

Sarebbe quindi il caso di parlare dell'altra metà del premio, ovvero l'olio da massaggio Cuore Matto. Ma io purtroppo non ho mai avuto occasione di provarlo. Non sono esattamente un tipo da massaggio, anche se tutto, ma proprio tutto, quello che è firmato Lush mi tenta sempre da impazzire, non ho avuto il piacere (perché son certa che sia tale). Perciò vi riporto la descrizione che potete trovare sul sito:



Cuore Matto - Noi siamo infinito
Un massaggio da film che rende tutto possibile, perché... noi siamo infinito!
La freschezza, la tenerezza e la verità delle emozioni di Noi siamo infinito per festeggiare al cinema un San Valentino speciale in cui amare e sentirsi amati.Con Cuore Matto scoprite la meraviglia di sentirvi “infinito”! Non siate troppo teneri con questo cuore matto! Spappolatelo tra le mani per rompere il suo delicato guscio di burro di karité e murumuru, e liberate la sua scivolosa anima di olio di mandorle, glicerina, cupuaçu e sciroppo di agave. Con il suo profumo iperafrodisiaco di gelsomino, vaniglia e ylang ylan farà del vostro massaggio un momento d’indimenticabile scioglievole piacere! Un massaggio da film che rende tutto possibile, perché... noi siamo infinito!






Spero parteciperete in tante, non per qualche tipo di rapporto con l'azienda in questione (di cui sono fan ma con cui non ho assolutamente nulla a che fare), ma perché mi scalderebbe il cuore sapere che qualcuna di voi ha avuto la possibilità di leggere questo particolare libro... magari dopo essersi gustata un bel massaggio. In bocca al lupo!